Bologna, città delle torri

Attraverso la storia, l’arte e la tecnica

Nel panorama bolognese la torre degli Asinelli svetta su tutti gli edifici, quale vedetta da cui si poteva scrutare ogni parte della città, dentro e fuori le mura. La torre Garisenda pendente fin dalla sua erezione condivide la sua anomalia con la torre di Pisa; tanto più impressionante da essere paragonata da Dante col gigante Anteo:

"Qual pare a riguardar la Garisenda.
Sotto ‘l chinato, quando un nuvol vada
Sovr'essa sì, ch'ella incontrario penda;
Tal parve Anteo a me che stava a bada
Di vederlo chinare..."

Le "due torri" segnano l'ombelico della città, al limite della città romana; nel punto da cui diparte il ventaglio delle strade maestre verso levante divenuto il "carrobbio" centro della vita mercantile della città medievale. Oggi lambite da un traffico fastidioso quanto aggressivo per gli antichi monumenti, pur resistono da quasi un millennio.

Il comune di Bologna le ha sempre curate: oggi disponiamo di strumenti di conoscenza inimmaginabili nel passato: la loro applicazione ci consente di valutare lo stato di salute, ma anche di verificare in tempo reale le variazioni delle condizioni statiche.

Dalla lettura si costruisce la conoscenza scientifica delle condizioni di stabilità, da questo punto di partenza si arriva alla formulazione delle soluzioni più appropriate che necessariamente coniugano gli interventi necessari per la salvaguardia della stabilità con le istanze estetiche e formali imposte dal mantenimento di un'immagine impressa fin dalla nascita in ogni cittadino bolognese.

Bologna e le torri: binomio dalle radici antiche che risponde alle sfide del presente. Non sono le 180 o le 200 che Finelli, sulla base degli studi di Gozzadini, ricostruì in un plastico. In realtà erano tra le 80 e le 100: torri pubbliche, consortili, torri di singole famiglie, casetorri: davvero tante entro la ristretta cerchia dei Torresotti (sec. XII). A chi veniva da lontano dicevano che Bologna era un comune potente, capace di difendersi, guidato da famiglie ricche e ambiziose. Le due Torri, Garisenda e Asinelli, costruite per la difesa della città alla fine dell’XI secolo nella Piazza di Porta Ravegnana, scandiscono ancora il profilo della città in un dialogo aperto con le torri di oggi, di Zacchiroli e di Tange, e di ieri, molte cadute o abbattute nel corso del tempo, fino alle demolizioni dei primi del ‘900, ma presenti nel patrimonio iconografico.

Oggi ne restano 24 che nei nomi rinviano alle antiche stirpi consolari: Prendiparte, Accursi, Conoscenti, Galluzzi, Lambertini, Catalani...

Presenze inconfondibili di un tessuto urbano che ricostruiamo attraverso le immagini: dalle miniature del '300, ripercorrendo i tratti intensi della pittura del '500 e del '600, attraverso l'esperienza di cartografi e vedutisti tra ‘700 e '800, sino alle suggestioni del '900 e a Giorgio, Morandi che lascia emergere dalla memoria tracce tangibili della città turrita, abbracciata dalle mura.